Generalmente, associamo l’idea di innovazione a ciò che è tecnologicamente avanzato, all’intelligenza artificiale, alla Silicon Valley… Io penso che questa sia un’idea fuorviante. Se cosi fosse, saremmo ancora all’età della pietra. In realtà, noi innoviamo da sempre: il nostro DNA è a vocazione altamente innovativa. Siamo sempre, consapevolmente o meno, alla ricerca del nuovo, non in quanto tale, ma perché al Nuovo è connessa un’idea di miglioramento, di una trasformazione che generi qualcosa in più sulla linea del nostro futuro. Eppure quanti di noi alimentano ed usano consapevolmente la propria vocazione innovativa? Spesso l’impedimento nasce dal fatto che non sappiamo da che parte iniziare, quali approcci e strumenti utilizzare per portare nella nostra vita quel tanto di ‘nuovo’ a nostro beneficio. A questo si aggiunge il fatto che tendiamo a considerare l’innovazione come qualcosa che è fuori dalla nostra portata: un concetto generalmente legato ad ambiti progettuali, aziendali, in cui si fa ricerca per innovare prodotti o processi. Perché non provare a cambiare prospettiva e fare qualche passo per far riemergere il tuo istinto innovativo?
Potresti iniziare da quattro semplici step per introdurre Innovazione nel tuo modo di lavorare, ad esempio, quando cogli segnali di stanchezza e desideri qualcosa di diverso per te, anche se non sai bene cosa sia. Oppure quando percepisci che manca qualcosa perché tu possa sentirti bene nel tuo ruolo; o quando senti che puoi migliorare il tuo impatto sui risultati che desideri e che tocca a te fare una mossa e non sai quale pedina muovere.
Quattro mosse sulla scacchiera dell’innovazione
1. Cogli i segnali, ascoltando te stesso, gli altri, il contesto. Il primo step è imparare a cogliere i segnali deboli: cosa accade? Giornate prive di energie? Un’impalpabile disagio o insoddisfazione? Un feeling diffuso che qualcosa non sta funzionando nel tuo ruolo o nel tuo team? Occhio!… Non aspettare che queste impressioni indefinite diventino macigni ingestibili. Occupatene subito. Rallenta un attimo, per capire meglio. Cerca il significato di questi segnali, prendendoti il tuo tempo di riflessione, senza cadere nella trappola peggiore per un leader: la gabbia insidiosa del tempo. E’ qui che inizia la sfida: se sentirai te stesso dire “non ho tempo per rallentare e capire di più”, allora inizia pure a preoccuparti. Se invece, quando intuisci che c’è un problema, ti soffermi per osservare, fare domande a te stesso e agli altri, ascoltando senza pregiudizi, allora stai già iniziando ad assecondare la tua vocazione innovativa anziché ignorarla. Questo primo step ti darà la possibilità di attivare una comprensione profonda delle cose, di entrare in empatia con ciò che sta accadendo e intuire meglio qual è la direzione verso cui muoverti.
2. Definisci e metti a fuoco. In questa fase puoi uscire dall’alone di vaghezza in cui spesso ti senti avvolto: una volta colti i segnali deboli, e dopo aver osservato e ascoltato ciò che arriva da te stesso, dagli altri e dal mondo intorno a te, la seconda mossa è circoscrivere l’ambito del tuo lavoro, quello in cui vuoi portare qualcosa di nuovo. In questa fase servono sia l’intuizione che la lucidità del discernimento. Occorre capire e scegliere dove vuoi portare un’evoluzione, definendo bene cosa realmente vuoi innovare. Cosa vuoi ottenere? Cosa vuoi lasciare dietro di te? Cosa vuoi introdurre di nuovo?
3. Crea la tua soluzione innovativa. Ora che hai definito l’ambito in cui innovare, è il momento dell’ideazione e della creatività. Serve inventarsi le soluzioni per introdurre il nuovo che vuoi portare. Potrai essere tentato di far tutto da solo, ma ti accorgerai che questo non basta e, quasi sicuramente, lavorerai su più piani: quello che riguarda te stesso, i tuoi schemi mentali, le tue sfide professionali; quello che mette alla prova la tua capacità di raccogliere spunti dagli altri, dal tuo team, dai tuoi colleghi, dai tuoi clienti e dai tuoi fornitori… da tutti. Accogli ogni input e, quando avrai sul tavolo un ventaglio di possibili soluzioni nuove, non esitare a metterle alla prova, concedendoti anche la chance di sbagliare.
4. Agisci, sperimenta e “testa” le soluzioni. Questo è il momento in cui puoi sperimentare: esattamente come in una fase di prototipazione di un nuovo prodotto, puoi “testare” le nuove azioni e soluzioni nella vita reale. Non avere fretta di arrivare al prodotto finito. Potresti dover rifare tutto da capo. Procedi invece per step e a ogni step osserva le reazioni e le risposte che ti arrivano da questa innovazione che hai portato. E’ una fase delicata in cui devi essere disposto a ri-ascoltare, a ri-osservare con attenzione profonda, a tener conto, rigorosamente, di tutti i feed-back che ti arrivano e a fare aggiustamenti e ri-tarature.
A questo punto, avrai anche capito che, se apri la mente verso l’innovazione, sarai pressoché sempre in un processo di osservazione, di continuo ascolto, di costante tentativo di comprensione di ciò che accade per portare piccoli o grandi cambiamenti, in un flusso ininterrotto di trasformazioni migliorative. E quando sarai in questo punto, esprimerai con pienezza tutto il tuo Dna innovativo.
“Quando osserviamo con attenzione, può aprirsi a noi ogni genere di ispirazione e di opportunità”. Tom Kelly